Dalla FIE: Il ruolo della FIE nella Sostenibilità Ambientale

L’escursionismo è una delle attività outdoor più amate e praticate, un modo per riconnettersi con la natura, scoprire paesaggi unici e ritrovare il benessere psicofisico. Tuttavia, come ogni attività umana, ha un impatto sull’ambiente e, per questo, è fondamentale adottare pratiche sostenibili per preservare il territorio. Il concetto di sostenibilità nell’escursionismo si allinea perfettamente agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un piano d’azione globale per lo sviluppo sostenibile.

Nell’ambito dell’Agenda 2030, il concetto di sviluppo sostenibile si traduce nella necessità di adottare uno stile di vita più responsabile e rispettoso dell’ambiente. Il turismo outdoor, e in particolare l’escursionismo, deve contribuire alla riduzione dell’impatto umano sugli ecosistemi, adottando comportamenti consapevoli che riducano l’erosione dei sentieri, il consumo di risorse naturali e l’inquinamento. Ad esempio, è importante selezionare con attenzione l’abbigliamento e l’attrezzatura, privilegiando materiali riciclati o certificati per la loro sostenibilità. Inoltre, il rispetto per gli ecosistemi passa anche attraverso la scelta dei percorsi: alcune aree naturali sono già sottoposte a forte pressione turistica e necessitano di una fruizione regolamentata per non comprometterne la biodiversità.

Anche il modo in cui ci comportiamo sul sentiero è determinante per il rispetto dell’ambiente: rimanere sui percorsi segnalati, evitare di accendere fuochi, utilizzare prodotti per la cura personale che non contengano sostanze nocive per la flora e la fauna e portare con sé tutti i rifiuti prodotti sono semplici azioni che possono fare una grande differenza.

Come Rendere l’Escursionismo Sostenibile

Affinché l’escursionismo sia davvero un’attività rispettosa dell’ambiente, è necessario prestare attenzione alle scelte che facciamo, a partire dall’attrezzatura che utilizziamo. Riutilizzare ciò che già possediamo è sempre la soluzione migliore per ridurre sprechi e rifiuti inutili. Quando si deve acquistare nuovo equipaggiamento, è importante valutare materiali sostenibili e aziende che adottano politiche etiche. Anche il mercato dell’usato rappresenta un’ottima alternativa, riducendo l’impatto ambientale derivante dalla produzione di nuovi articoli.

Un altro aspetto rilevante riguarda la scelta dei percorsi e il modo in cui raggiungiamo i luoghi di partenza. Molti sentieri sono ormai sovraffollati e rischiano di subire un deterioramento ambientale a causa di un eccessivo numero di visitatori. Per questo motivo, è consigliabile esplorare itinerari meno frequentati o scegliere di camminare in periodi di minore affluenza. Inoltre, per ridurre il nostro impatto sul clima, sarebbe preferibile utilizzare mezzi pubblici o organizzare spostamenti condivisi con altri escursionisti.

Il comportamento che adottiamo lungo il sentiero è altrettanto determinante. Rispettare l’ambiente significa rimanere sui tracciati segnati per non compromettere la vegetazione e il suolo, evitare di accendere fuochi che potrebbero causare incendi e fare attenzione ai prodotti che utilizziamo, come creme solari e repellenti per insetti, optando per soluzioni naturali che non alterino l’ecosistema. Un altro aspetto fondamentale è la gestione dei rifiuti: tutto ciò che portiamo con noi deve tornare indietro, compresi scarti biodegradabili come bucce di frutta e fazzoletti di carta. Portare con sé un sacchetto per la raccolta differenziata permette di mantenere il sentiero pulito e di dare il buon esempio agli altri escursionisti.

Il Ruolo della FIE nella Sostenibilità

La Federazione Italiana Escursionismo (FIE) svolge un ruolo fondamentale nella promozione dell’escursionismo sostenibile, attraverso un impegno concreto nella tutela dell’ambiente e nella sensibilizzazione delle associazioni affiliate e dei suoi tesserati.

Inoltre, la FIE collabora con enti locali e istituzioni per promuovere la valorizzazione del territorio in modo sostenibile, cercando di bilanciare la fruizione turistica con la conservazione dell’ambiente. Queste collaborazioni permettono di sviluppare progetti che favoriscano la manutenzione dei percorsi e incentivino una gestione consapevole del patrimonio naturale.

Attraverso la formazione degli Accompagnatori Escursionistici e la divulgazione nelle scuole, la Federazione lavora per diffondere una cultura dell’escursionismo rispettoso e responsabile, educando i partecipanti sulle buone pratiche da adottare durante le attività outdoor. L’obiettivo è quello di far sì che ogni escursionista, ma anche ogni cittadino, diventi un ambasciatore della sostenibilità, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente con gesti concreti.

Paolo Latella
Presidente CR Calabria FIE

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Dalla FIE: Il Cammino del Pensiero: Filosofia ed Escursionismo

L’escursionismo e la filosofia sembrano, a prima vista, due ambiti distanti; tuttavia l’escursionismo si presta a molte riflessioni filosofiche, perché mette in gioco aspetti profondi della nostra relazione con la natura, il tempo, lo sforzo e il senso della vita.

La pratica dell’escursionismo ci porta attraverso sentieri, boschi e montagne, facendoci sperimentare la fatica fisica e la bellezza della natura.

La filosofia, invece, ci guida nei meandri del pensiero, spingendoci a riflettere su concetti astratti e sulla condizione umana.

Tuttavia, a ben vedere, queste due dimensioni condividono un legame profondo, unendo il viaggio esteriore a quello interiore.

Il Cammino come Metafora della Ricerca Filosofica

La filosofia è, per sua natura, un percorso.

Già nell’antica Grecia, Socrate si muoveva tra le strade di Atene interrogando i cittadini, utilizzando il dialogo come mezzo per esplorare il sapere.

Camminare e pensare sono attività complementari: il movimento del corpo stimola quello della mente. Non a caso, filosofi come Kant e Nietzsche attribuivano grande importanza alle passeggiate quotidiane, considerate momenti di profonda riflessione.

L’escursionismo, con il suo procedere lento e metodico, riflette il processo filosofico, si parte da una domanda: si affrontano ostacoli lungo il percorso e, con il tempo, si giunge a una comprensione più profonda.

Il sentiero diventa così una metafora del ragionamento, con le sue deviazioni, le sue fatiche e le sue illuminazioni improvvise.

La Natura come Spazio di Riflessione

Trascorrere del tempo in mezzo alla natura permette di distaccarsi dal rumore della vita quotidiana, favorendo la contemplazione.

Molti filosofi hanno trovato nell’ambiente naturale una fonte di ispirazione: Rousseau vedeva nella solitudine dei boschi un mezzo per recuperare la purezza originaria dell’uomo, mentre Thoreau, con la sua esperienza a Walden, ha trasformato la vita immersa nella natura in un vero e proprio esperimento filosofico.

L’escursionismo diventa così un’occasione per rivedere le nostre priorità, per riflettere sulla relazione tra uomo e ambiente, e per riscoprire un senso di connessione con il mondo. Camminando, si entra in uno stato di quiete mentale che facilita la riflessione, rendendo la natura un vero e proprio “laboratorio filosofico” a cielo aperto.

Il Superamento dei Limiti

Un altro aspetto che accomuna filosofia ed escursionismo è la sfida dei limiti. La filosofia ci spinge a mettere in discussione certezze e convinzioni, mentre l’escursionismo ci pone di fronte ai limiti fisici e mentali.

Affrontare una salita impegnativa, resistere alla fatica e superare gli ostacoli naturali richiede la stessa determinazione necessaria per affrontare questioni esistenziali complesse.

Nietzsche, nel suo concetto di “Oltreuomo”, parlava della necessità di trascendere sé stessi, un’idea che ben si adatta all’esperienza dell’escursionismo.

Ogni vetta raggiunta rappresenta non solo una conquista fisica, ma anche una crescita interiore, un passo in più verso una maggiore consapevolezza.

Conclusione

L’escursionismo e la filosofia condividono dunque uno stesso spirito: la ricerca di significato attraverso il movimento.

Camminare tra i sentieri del mondo significa, in fondo, camminare anche dentro di sé. In un’epoca caratterizzata dalla frenesia e dalla superficialità, l’atto di rallentare, osservare e riflettere assume un valore rivoluzionario.

Forse, la vera saggezza sta proprio nel mettere un piede davanti all’altro, con mente aperta e cuore leggero.

Questo primo articolo ci trasporta direttamente verso la nostra prossima domanda: “Il viaggio è più importante della meta?”

Giovanni Macrino
Associazione Atargatis APS
Delegazione Lazio

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Dalla FIE: Utilizzo delle trasmissioni radio nella pratica escursionistica

Negli ultimi decenni, con l’avvento dei telefoni cellulari e della rete internet, le modalità di comunicazione si sono evolute rapidamente. Tuttavia, in ambito escursionistico, la radio rimane ancora oggi uno strumento essenziale, spesso più affidabile rispetto agli smartphone.

Le escursioni, specialmente in ambienti montani o boschivi, possono presentare sfide di comunicazione dovute alla mancanza di copertura di rete. In questi casi, l’uso della radio permette di mantenere il contatto con il gruppo e con eventuali squadre di soccorso, garantendo maggiore sicurezza e coordinamento. Inoltre, in situazioni di emergenza, dove il tempo è un fattore critico, la rapidità e l’efficacia di una comunicazione radio possono fare la differenza tra un intervento tempestivo e un ritardo pericoloso.

Perché la radio e non il telefono?

Molti escursionisti si affidano esclusivamente ai telefoni cellulari per le comunicazioni, senza considerare che questi dispositivi hanno dei limiti significativi in ambienti remoti.

La differenza principale tra questi due sistemi sta nel modo in cui permettono la comunicazione. Mentre il telefono consente di parlare e ascoltare simultaneamente, come in una conversazione faccia a faccia (modalità “full-duplex”), la radio funziona in modalità “simplex” o “half-duplex,” permettendo solo a una persona alla volta di parlare.

Questo richiede che gli interlocutori si alternino nel prendere la parola, con un meccanismo simile a una chat testuale, dove è necessario aspettare il proprio turno per rispondere. Se più persone parlano contemporaneamente, solo il segnale più forte sarà udibile, mentre gli altri verranno bloccati.

La radio offre vantaggi unici, tra cui:

  • Indipendenza dalle reti telefoniche: le radio operano su frequenze specifiche e non necessitano di infrastrutture esterne per funzionare.
  • Comunicazione immediata: basta essere sintonizzati sulla stessa frequenza per trasmettere e ricevere messaggi senza dover comporre numeri o aspettare la risposta.
  • Migliore coordinamento di gruppo: con un’unica trasmissione è possibile raggiungere più persone contemporaneamente, facilitando l’organizzazione durante le escursioni.
  • Maggiore autonomia: le radio, specialmente quelle progettate per l’escursionismo e il soccorso, hanno una durata della batteria superiore rispetto agli smartphone.
  • Resistenza agli agenti atmosferici: molte radio escursionistiche sono progettate per resistere a pioggia, neve e urti, risultando quindi più adatte agli ambienti estremi.

Cenni storici e sviluppo della radio nelle attività all’aperto

Le trasmissioni radio hanno una lunga storia nell’ambito delle comunicazioni d’emergenza e nel coordinamento delle operazioni militari, civili e di soccorso. L’uso della radio in ambito escursionistico ha preso piede negli ultimi decenni, con la nascita di reti come la Rete Radio Montana, che promuove l’uso delle trasmissioni radio tra gli escursionisti per garantire sicurezza e assistenza in caso di necessità.

Nei paesi con ampie aree selvagge, come gli Stati Uniti e il Canada, le radio sono ampiamente utilizzate da ranger, guide alpine e gruppi di escursionisti per mantenere il contatto anche in aree impervie. In Italia, sebbene l’uso della radio sia meno diffuso, molte associazioni escursionistiche stanno promuovendo la sua adozione per migliorare la sicurezza nelle attività outdoor. Alcune regioni stanno iniziando a implementare programmi di sensibilizzazione e formazione sull’uso corretto delle radio, riconoscendone il valore strategico nella gestione delle emergenze.

Guida all’uso delle radio ricetrasmittenti

Le radio ricetrasmittenti, pur variando per tipologia e ambito d’uso, condividono un funzionamento di base simile. La loro semplicità e affidabilità le rendono strumenti essenziali in contesti dove la comunicazione è fondamentale.

Le radio più comunemente utilizzate nella pratica escursionistica sono quelle operanti nella banda PMR466 (Private Mobile Radio 446 MHz). Sono dispositivi di comunicazione a corto raggio che operano su frequenze UHF nella banda 446 MHz, liberamente utilizzabili senza necessità di licenza in molti paesi europei. Sono progettate per comunicazioni personali e professionali in contesti come escursionismo, sicurezza, eventi e attività all’aperto.

Queste radio sono caratterizzate da una potenza massima di trasmissione di 0,5 watt, il che limita la loro portata a 3-10 km in base alle condizioni ambientali e alla presenza di ostacoli. Offrono 8 o 16 canali preimpostati e spesso dispongono di subtoni CTCSS/DCS, che consentono di filtrare le interferenze e rendere le comunicazioni più chiare.

Essendo compatte, economiche e facili da usare, le radio PMR446 sono ideali per gruppi che necessitano di una comunicazione semplice e immediata senza dipendere da reti telefoniche o internet.

Per un utilizzo corretto ed efficace, è importante seguire alcuni passaggi chiave.

Prima di tutto, è essenziale leggere il manuale d’uso per comprendere le funzioni principali della radio, come accensione, spegnimento, gestione della batteria e utilizzo del tasto PTT. Anche se l’apparato è preconfigurato, familiarizzarsi con le impostazioni aiuta a prevenire eventuali problemi sul campo.

Un aspetto cruciale è la batteria: deve essere completamente carica prima dell’utilizzo e, se possibile, è consigliabile portarne una di riserva. Per evitare cali di prestazione, è bene effettuare ricariche periodiche anche quando la radio non viene usata a lungo.

Una volta accesa, occorre sintonizzarsi sulla frequenza operativa concordata con il gruppo. Nei modelli con selezione manuale, è possibile inserire direttamente la frequenza, mentre nelle radio con canali preimpostati basta scegliere quello più adatto, evitando quelli già occupati per ridurre interferenze.

Per migliorare la qualità della trasmissione, è utile impostare il subtono, se disponibile, per filtrare segnali estranei. Anche la regolazione dello squelch è importante: un’impostazione troppo alta potrebbe bloccare segnali deboli, mentre una troppo bassa aumenterebbe il rumore di fondo. Una volta completata la configurazione, è buona norma effettuare una prova di comunicazione con gli altri escursionisti per verificare che tutti siano sintonizzati correttamente. Durante questa fase è consigliabile mantenere una distanza di almeno due metri tra le radio per evitare disturbi nella trasmissione.

Un altro aspetto fondamentale è la regolazione del volume, che deve essere impostato in modo da permettere un ascolto chiaro senza distorsioni.

Quando si utilizza il tasto PTT, è importante premere e attendere un attimo prima di parlare, per evitare che l’inizio del messaggio venga tagliato. Dopo aver trasmesso, bisogna rilasciare il tasto per consentire agli altri di rispondere, ricordando che le comunicazioni radio non permettono di parlare e ascoltare contemporaneamente.

Seguendo queste semplici indicazioni, l’utilizzo della radio diventa efficace e sicuro, garantendo una comunicazione chiara e affidabile in ogni situazione.

Nella seconda parte parleremo delle tecniche di trasmissione, ovvero delle indicazioni pratiche per un corretto utilizzo dei radioapparati.

Fine prima parte.

Paolo Latella
Presidente CR Calabria FIE

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