Dalla FIE: La Giornata Mondiale della Meteorologia: un ponte verso l’allerta precoce per un escursionismo sicuro

In un’epoca in cui le condizioni climatiche si fanno sempre più estreme e imprevedibili, la conoscenza approfondita del tempo e dei suoi mutamenti è fondamentale non solo per la sicurezza quotidiana, ma soprattutto per chi vive la montagna e l’escursionismo in prima linea. La Giornata Mondiale della Meteorologia, istituita nel 1961 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), si conferma come un’occasione annuale per riflettere sul valore delle previsioni meteorologiche e sulla necessità di colmare il divario dell’allerta precoce. Quest’anno, il tema “Colmare insieme il divario dell’allerta precoce” ci invita a rafforzare le sinergie tra tecnologia, istituzioni e cittadini per garantire risposte tempestive e coordinate di fronte ai fenomeni meteorologici estremi.

Le Radici Storiche di una Giornata Fondamentale

La Giornata Mondiale della Meteorologia fu istituita nel 1961 con l’obiettivo di celebrare il contributo della scienza meteorologica allo sviluppo e al benessere delle società. In quegli anni, la comprensione del clima rappresentava già una sfida cruciale: le tecnologie disponibili erano limitate e la condivisione delle informazioni avveniva tramite canali tradizionali. Da allora, il percorso evolutivo ha visto un’evoluzione significativa, passando da semplici osservazioni a sofisticati sistemi di monitoraggio che, integrati con tecnologie digitali e satellitari, oggi offrono dati in tempo reale e previsioni sempre più accurate.

Per gli escursionisti, questa giornata è un promemoria del fatto che la conoscenza meteorologica non è un mero dettaglio tecnico, ma una componente essenziale per la sicurezza. Conoscere le origini e l’evoluzione della meteorologia permette di apprezzare l’importanza di quei sistemi di allerta che, a ogni aggiornamento, possono fare la differenza tra una giornata piacevole in montagna e una potenziale situazione di pericolo.

Il Tema 2025: “Colmare insieme il divario dell’allerta precoce”

Il tema scelto per l’edizione 2025 pone l’accento su una sfida attuale e imprescindibile: garantire che ogni segnale di allerta venga trasmesso e recepito con rapidità e precisione. Il “divario dell’allerta precoce” si riferisce al ritardo, in alcuni casi critico, tra il rilevamento di fenomeni meteorologici estremi e la comunicazione di tali informazioni alle comunità e agli operatori di soccorso.

Questa tematica assume particolare rilevanza nelle aree montane e nei percorsi escursionistici, dove la tempestività delle informazioni può salvare vite. La realtà mostra come, nonostante i progressi tecnologici, permangano delle lacune nella copertura e nell’efficacia dei sistemi di comunicazione. Il compito, dunque, è quello di instaurare una collaborazione sempre più stretta tra enti di ricerca, autorità locali, operatori di emergenza e la cittadinanza, affinché ogni avviso si trasformi in un’azione coordinata e tempestiva.

L’Innovazione Tecnologica al Servizio della Prevenzione

Negli ultimi decenni, la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui monitoriamo e interpretiamo il clima. I satelliti, le reti di sensori e le applicazioni mobili hanno trasformato il panorama della meteorologia, permettendo di rilevare e prevedere fenomeni estremi con una precisione impensabile in passato.

Per chi ama l’escursionismo, questi strumenti rappresentano un alleato indispensabile. Dispositivi GPS e app specializzate, infatti, sono in grado di inviare notifiche immediate qualora si verifichino variazioni repentine nelle condizioni atmosferiche: da improvvisi temporali a nevicate inattese o, in alta quota, il rischio di valanghe. Tali tecnologie, se integrate in un sistema di comunicazione efficiente e condiviso, consentono di abbattere il divario tra la rilevazione del pericolo e la reazione sul campo.

L’adozione di algoritmi avanzati e sistemi di intelligenza artificiale sta ulteriormente affinando la capacità predittiva dei modelli meteorologici, rendendo possibili interventi preventivi e strategie di evacuazione mirate, soprattutto nelle zone a rischio. Questa sinergia tra innovazione e coordinamento rappresenta la chiave per rendere ogni escursione un’esperienza sicura, nonostante l’imprevedibilità del tempo.

Il Ruolo della Meteorologia nell’Escursionismo

Per l’escursionista, il meteo non è solo un dato da consultare, ma un elemento imprescindibile nella pianificazione e nella realizzazione di ogni percorso. La capacità di interpretare correttamente le previsioni può fare la differenza tra una giornata serena e un’avventura potenzialmente pericolosa.

Pianificare con Consapevolezza

Prima di ogni escursione è fondamentale informarsi sulle condizioni climatiche previste, consultando bollettini ufficiali e app affidabili. Una buona pianificazione consente di scegliere l’itinerario più sicuro e di predisporre eventuali percorsi alternativi in caso di maltempo improvviso.

Strumenti e Tecnologie Utili

Le moderne tecnologie offrono una vasta gamma di strumenti, dalla semplice app meteo ai dispositivi indossabili che inviano alert in tempo reale. Queste soluzioni non solo migliorano l’esperienza in montagna, ma offrono un supporto concreto in situazioni di emergenza, permettendo agli escursionisti di agire tempestivamente.

Comportamenti Responsabili

La conoscenza meteorologica deve essere accompagnata da comportamenti responsabili. Informare amici o centri di soccorso del percorso previsto, dotarsi di attrezzature adeguate e conoscere le procedure di emergenza sono passi fondamentali per garantire una maggiore sicurezza sul campo.

Case Studies e Esperienze dal Campo

Numerosi sono gli esempi di come un sistema di allerta tempestivo abbia evitato tragedie in contesti montani. In alcune regioni d’Italia, l’implementazione di reti integrate di comunicazione ha permesso di avvertire tempestivamente escursionisti e residenti, consentendo evacuazioni preventive e interventi rapidi da parte dei soccorritori.

Un caso emblematico è quello di una valle alpina, dove durante un temporale estivo il coordinamento tra le autorità locali e i centri meteorologici ha consentito di evacuare in tempo numerosi escursionisti, evitando danni ingenti e, in alcuni casi, situazioni di grave pericolo. Tali testimonianze confermano quanto sia fondamentale investire in tecnologie avanzate e nella formazione di una rete di collaborazione che abbracci ogni attore coinvolto nella gestione del rischio.

Collaborazione e Formazione: Le Chiavi per il Futuro

Il percorso verso una comunicazione più efficace e tempestiva passa inevitabilmente attraverso la formazione e la collaborazione tra scienziati, ingegneri, operatori di soccorso e, non da ultimo, la cittadinanza. In quest’ottica, numerosi progetti pilota stanno sperimentando piattaforme di condivisione dei dati e sistemi integrati di allerta, con l’obiettivo di rendere la comunicazione del rischio sempre più capillare e accessibile.

Eventi, workshop e corsi di aggiornamento sono già all’ordine del giorno, soprattutto nelle comunità montane, per formare gli escursionisti non solo all’uso delle tecnologie, ma anche alla corretta interpretazione delle allerte. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile abbattere le barriere comunicative e ridurre il divario dell’allerta precoce, garantendo così una maggiore sicurezza per tutti.

Consigli Pratici per l’Escursionista Moderno

Alla luce dei progressi tecnologici e dell’importanza di una corretta gestione del rischio, ecco alcuni consigli pratici per chi si avventura in montagna:

  1. Consulta fonti ufficiali e aggiornate: Prima di ogni escursione, informati tramite i bollettini meteorologici del Servizio Meteorologico Nazionale e app dedicate.
  2. Prevedi soluzioni alternative: In caso di maltempo, pianifica percorsi alternativi o identifica punti di rifugio sicuri lungo l’itinerario.
  3. Utilizza dispositivi di allerta: Investi in strumenti tecnologici come app e dispositivi GPS che possano segnalare immediatamente variazioni climatiche.
  4. Comunica il tuo itinerario: Avvisa amici, familiari o centri di soccorso del percorso e degli orari previsti, per facilitare eventuali interventi.
  5. Conosci il territorio: Studia in anticipo le caratteristiche del percorso, individuando zone a rischio e possibili vie di fuga o rifugio.
  6. Partecipa a corsi di formazione: Aggiornati costantemente sulle nuove tecnologie e procedure di sicurezza offerte dalle istituzioni e dai gruppi di appassionati.

Questi suggerimenti, uniti a un’adeguata formazione e a una buona dose di prudenza, sono la base per trasformare ogni escursione in un’esperienza non solo emozionante, ma soprattutto sicura.

Prospettive Future e Sfide da Affrontare

Il futuro della meteorologia e della gestione del rischio in montagna appare promettente, grazie all’integrazione di tecnologie avanzate e alla crescente consapevolezza della necessità di una comunicazione tempestiva. Tra le innovazioni attese vi sono:

  • L’espansione delle reti IoT: Sensori sempre più diffusi e interconnessi che offriranno dati in tempo reale con una copertura capillare anche nelle zone più remote.
  • Algoritmi predittivi avanzati: L’uso di intelligenza artificiale per migliorare l’accuratezza delle previsioni e la tempestività degli avvisi.
  • Integrazione di sistemi satellitari: Comunicazioni potenziate che raggiungano anche le aree montane meno servite dai tradizionali canali di informazione.
  • Collaborazioni internazionali: Progetti condivisi tra istituzioni e organizzazioni di soccorso, per creare un fronte unico contro le emergenze meteorologiche.

Investire in queste aree rappresenta non solo una sfida tecnologica, ma anche un impegno sociale e culturale, in cui il valore della conoscenza e della prevenzione diventa il vero alleato per la sicurezza in montagna.

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Dalla FIE: Open Outdoor Experiences di Paestum: il comunicato stampa di presentazione

Dal 28 al 30 marzo al Next di Capaccio-Paestum torna Open Outdoor Experiences

Svelato il programma della terza edizione del Salone delle Attività all’Aria Aperta. Sostenibilità, buon vivere e natura le parole chiave della tre giorni di eventi, meeting, workshop e attività

Oltre 100 espositori, 50 tra seminari, convegni e presentazioni, 25 buyers tra nazionali e stranieri: sono solo alcuni dei numeri della III edizione di Open Outdoor Experiences – Salone delle Attività all’Aria Aperta, in programma dal 28 al 30 marzo 2025 presso l’ex Tabacchificio Next di Capaccio-Paestum (SA), presentato questa mattina in conferenza stampa presso il Salone Genovesi della Camera di Commercio di Salerno. Organizzato da I.Com Experiences e da Il Duomo Travel, l’evento è sostenuto da Regione Campania, Camera di Commercio e Cna Salerno, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con il patrocinio ed il contributo organizzativo di Provincia di Salerno, Comune di Salerno, Comune di Capaccio-Paestum, Cna Nazionale Turismo, Cilentomania. All’incontro con la stampa, moderato dalla giornalista Stefania Cavaliere, hanno preso parte il Consigliere Regionale Andrea Volpe, il Delegato al Turismo della Provincia di Salerno Pasquale Sorrentino, l’Assessore al Turismo del Comune di Salerno Alessandro Ferrara, il Presidente di Cna Salerno e Componente di Giunta CCIA Salerno Lucio Ronca ed il direttore di Open Angelo Coda.

Il Salone rappresenta un unicum nel panorama nazionale delle fiere, un punto di incontro del mondo del turismo outdoor dell’intero territorio nazionale, che accoglie come attori protagonisti tutti i comitati delle maggiori sigle del turismo lento, della fruizione sostenibile delle aree verdi e dei cammini. Giunto alla sua terza edizione, Open è già divenuto un appuntamento chiave per il settore del turismo esperienziale e sostenibile, con un focus su cammini, escursionismo, cicloturismo e benessere all’aria aperta. Sostenibilità ambientale, buon vivere e natura: saranno queste le parole chiave della tre giorni di eventi, meeting, approfondimenti, attività ed esperienze all’aria aperta, alla scoperta dei borghi e dell’autenticità, del benessere e dell’enogastronomia di qualità.

Saranno presenti in fiera, con i loro stand espositivi e promozionali, la Regione Campania, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il Parco Nazionale del Vesuvio e altri quattro parchi nazionali, province, comuni del territorio regionale e nazionale. Parteciperanno importanti sigle nazionali del comparto turistico, sportivo, associazionistico (AIGAE, FIAB, CAI, FIE, etc.). La CCIAA di Salerno con la CNA di Salerno ha voluto sostenere, anche attraverso il coinvolgimento della rete nazionale di CNA Turismo, un’iniziativa che si candida a diventare una tappa fissa per il turismo esperienziale. L’evento avrà un respiro internazionale, anche grazie alla presenza già confermata di delegazioni di operatori turistici da Stati Uniti, Francia, Spagna e Slovenia.

In tutta Italia, ed in particolare nelle aree a forte prevalenza naturalistica, le esperienze di attività all’aria aperta sono ormai divenute gli attrattori principali di una destinazione e molto spesso ne caratterizzano la vocazione turistica, diventando essenziali nella scelta della destinazione finale. Escursionismo, cicloturismo e le tante altre affascinanti attività all’aria aperta rappresentano a pieno lo spirito dei tanti che oggi vogliono scoprire la storia, la cultura i patrimoni del territorio sfruttando il rapporto diretto con la natura che lo circonda.

Sin dalla sua prima edizione, Open è riuscita ad intercettare questa domanda e a promuovere un turismo sostenibile, consapevole, fatto di benessere e scoperta. Con oltre 10.000 visitatori, l’edizione 2024 è stata un vero successo che ha fatto di Open, già al suo secondo anno, un punto di incontro nazionale del mondo del turismo outdoor e un’importante occasione di incontro e di business per gli operatori turistici del territorio. A dimostrarlo, gli accordi stipulati da diverse strutture ricettive del Cilento con la piattaforma britannica EasyJet Holidays: questi pacchetti combinano voli diretti e soggiorni in strutture locali, permettendo ai visitatori di esplorare il territorio in modo completo.

Proprio in quest’ottica si inserisce una delle principali novità della terza edizione, il B2B “Meet&Match”, che metterà in contatto operatori turistici con buyers italiani e stranieri per nuove opportunità di business. Grazie alla qualità delle sue proposte, alla sua attenzione ai temi del benessere e della sostenibilità ambientale e alla sempre più marcata spinta verso l’internazionalizzazione, Open rappresenta un’occasione unica per favorire il networking e le collaborazioni strategiche nel settore turistico.

Si prevede, dunque, una tre giorni di intenso networking e presentazioni di novità, caratterizzata dalla qualità delle proposte, qualità che si è declinata sempre più in tendenze futuribili, con la conferma del turismo slow, etico e sostenibile. Tra le tendenze clou della nuova edizione, i cammini, da quelli spirituali ai naturali, il ritorno del cicloturismo, le vacanze attive e all’aria aperta con un tocco di luxury e glamour. Sempre molto forte sarà il trend enogastronomico, coniugato alla scoperta dei borghi e di storia e cultura.

Il layout della fiera si comporrà di 4 aree principali: una dedicata ai territori, con particolare riferimento a Regioni e Parchi Nazionali; una al mondo dell’associazionismo e ai percorsi naturalistici, storici, agroalimentari; una alle attività sportive sostenibili ed open air; una alle alle attrezzature ed ai servizi. E 4 saranno anche gli ambiti di azione: OPEN PRO, dedicato agli addetti ai lavori con formazione, approfondimenti e incontri “face to face” tra espositori e buyers; OPEN ACTIVE per tutti gli appassionati dell’outdoor, con una vetrina delle migliori attrezzature tecniche per le attività del mondo dell’outdoor; OPEN 4ALL, lo spazio inclusivo per consentire a tutti di vivere esperienze outdoor; OPEN 4SCHOOL, con percorsi di apprendimento ed esperienze per l’orientamento degli studenti delle scuole superiori.

Le dichiarazioni

Andrea Volpe

“Open è una fiera straordinaria, una grande intuizione degli organizzatori. La Campania è terra di turismo all’aria aperta e la Regione, con il Presidente De Luca e l’Assessore Casucci, è felice di sostenere questo evento fin dalla sua prima edizione. Sarà una grande occasione per incrementare ulteriormente l’offerta turistica dei nostri territori in un segmento sempre più strategico, sul quale la Campania deve continuare ad investire”.

Pasquale Sorrentino

“In Italia 26 persone su 100 chiedono turismo all’aria aperta. Dal 28 al 30 marzo Open sarà la risposta a questa domanda. La fiera non è solo un appuntamento turistico internazionale, ma un vero e proprio stile di vita, uno sguardo verso l’orizzonte”.

Alessandro Ferrara

“Il Comune di Salerno ha voluto fortemente esser presente ad Open, nella piena convinzione che la fiera sarà un’importante occasione di promozione delle bellezze del territorio. Il turismo è sempre di più un volano di sviluppo e questa fiera intercetta una tendenza in costante crescita che può generare un valore aggiunto per l’intero comparto”.

Lucio Ronca

“Sostenere Open come CCIAA e CNA significa dare l’opportunità agli artigiani del territorio di integrarsi nell’offerta del turismo outdoor. Un profilo innovativo che parte da Salerno con quest’evento e che è destinato a crescere a livello nazionale e internazionale, motivo per cui come CNA Salerno abbiamo fortemente voluto coinvolgere le delegazioni nazionali di Cna Turismo che saranno qui con noi e che parteciperanno agli incontri meet and match in cui crediamo molto. Per CNA Open sarà anche un’occasione quindi per parlare di formazione e comunicazione degli operatori con un programma fitto di incontri e confronti”.

Angelo Coda

“Una edizione che intende mettere in luce tutti quei territori vocati al turismo lento e naturalistico, unico in grado di valorizzare le aree interne e destagionalizzare i flussi anche delle aree costiere. Arricchita con la presenza di Buyers professionali del mondo della domanda turistica Outdoor, Open si appresta a consolidare il proprio ruolo di riferimento dell’intero segmento”.

I.Com Advertising Srl                                                                             Il Duomo Srl
Via Rimembranza 31                                                                                   Via Paolo de Granita 12
Mercato S. Severino (Sa)                                                                             84124 Salerno

 

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Dalla FIE: L’evoluzione dei ghiacciai: un viaggio tra storia, scienza e futuro

Il tema scelto per la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 è di grande interesse per tutti gli appassionati di montagna. Abbiamo quindi ritenuto utile predisporre una serie di articoli di approfondimento su questo tema, in modo che chiunque lo voglia abbia la possibilità di informarsi e costruirsi un’opinione in proposito.

La maestosità dei ghiacciai

I ghiacciai non sono semplici masse di ghiaccio; essi rappresentano veri e propri archivi naturali che conservano tracce del passato e indicano i cambiamenti in atto nel presente. Questi “giganti silenziosi” hanno plasmato montagne, valli e fiumi, lasciando un’impronta indelebile sul territorio. Comprendere la loro evoluzione significa non solo riscoprire la storia della Terra, ma anche cogliere l’importanza delle dinamiche climatiche che oggi, più che mai, richiedono la nostra attenzione.

Nel contesto attuale, in cui il riscaldamento globale e i fenomeni meteorologici estremi sono argomenti di grande attualità, il dialogo tra scienza e natura diventa imprescindibile. Attraverso questo approfondimento, analizzeremo le origini dei ghiacciai, il funzionamento interno che li rende unici e le prospettive future in un mondo in continua trasformazione.

Le origini dei ghiacciai: un racconto di tempo e natura

La formazione dei ghiacciai è un processo che si estende su scale temporali immense. Durante le glaciazioni, periodi in cui le temperature globali scendevano sensibilmente, le nevi accumulate si trasformavano in ghiaccio a seguito della compressione dei fiocchi nevosi. Questi accumuli, nel corso di centinaia di migliaia di anni, hanno dato origine a strutture imponenti che oggi osserviamo nei più remoti angoli delle montagne.

Gli studi geologici ci permettono di ricostruire questo percorso evolutivo, evidenziando come le variazioni climatiche abbiano influito in maniera determinante sulla dimensione e sulla distribuzione dei ghiacciai. Dalle ere glaciali del Pleistocene alle oscillazioni intermedie, la natura ha registrato un continuo alternarsi di fasi di avanzamento e ritiro dei ghiacciai, in risposta a fluttuazioni di temperatura, variazioni dell’orbita terrestre e cambiamenti nella composizione atmosferica.

Questa ricca storia non solo affascina per la sua complessità, ma fornisce anche importanti indizi sulle dinamiche climatiche. Studi interdisciplinari, che coinvolgono geologi, climatologi e biologi, hanno contribuito a chiarire come ogni fase glaciare rappresenti un tassello fondamentale nella comprensione del clima terrestre.

Il mondo interno dei ghiacciai: fisica, dinamiche e processi

Dal punto di vista scientifico, i ghiacciai sono laboratori naturali in cui si intrecciano processi fisici e dinamiche complesse. Al loro interno, la pressione derivante dal peso dei numerosi strati di ghiaccio causa una lenta deformazione plastica, che permette il movimento verso valle. Questo flusso, apparentemente impercettibile a occhio nudo, è in realtà il motore attraverso cui il ghiacciaio si adatta ai cambiamenti ambientali.

Uno degli aspetti più affascinanti è rappresentato dai fenomeni di abrasione e plucking, attraverso i quali il ghiaccio erode la roccia sottostante, modellando valli a U e creando paesaggi unici. La velocità di movimento di un ghiacciaio, influenzata da variabili quali la temperatura, la pendenza e la composizione del fondo, è oggetto di studi approfonditi che permettono di prevedere l’evoluzione futura di questi colossi di ghiaccio.

Inoltre, i ghiacciai svolgono una funzione ecologica cruciale: essi immagazzinano acqua dolce, rilasciandola gradualmente durante i periodi più caldi. Questo processo regola il ciclo idrico di interi bacini fluviali, garantendo la disponibilità d’acqua per agricoltura, energia e uso domestico. Il delicato equilibrio tra accumulo e abbandono del ghiaccio, dunque, risulta fondamentale per il benessere degli ecosistemi e delle comunità che vivono nelle aree montane.

L’evoluzione nel tempo: dalle glaciazioni al cambiamento climatico

Se da un lato la storia dei ghiacciai è segnata da lunghi periodi di stabilità, dall’altro essa testimonia anche episodi di transizione rapida, come quelli indotti dalle recenti variazioni climatiche. Le ultime decadi hanno visto un accelerato ritiro dei ghiacciai, fenomeno strettamente legato all’aumento delle temperature globali.

Le immagini satellitari e i rilevamenti in situ hanno documentato con precisione questi cambiamenti, evidenziando una riduzione significativa della massa glaciale in numerose regioni del mondo. Tale fenomeno non è solo una questione estetica o geografica: il rapido scioglimento dei ghiacciai influisce direttamente sul ciclo idrico e può provocare eventi estremi, come inondazioni improvvise e carenze d’acqua nei periodi di siccità.

Il dialogo tra il passato e il presente è cruciale per comprendere il futuro. Studi paleoclimatici, basati sull’analisi di bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio, offrono una finestra sul clima preindustriale, permettendo di confrontare i dati storici con le condizioni attuali. Questo confronto rende ancora più evidente l’impatto delle attività umane e l’urgenza di interventi per mitigare il cambiamento climatico.

Le prospettive future: monitoraggio, innovazione e tutela

Guardando al futuro, la salvaguardia dei ghiacciai rappresenta una sfida multidimensionale che richiede un approccio integrato tra scienza, tecnologia e politiche ambientali. Le tecnologie di monitoraggio, come i satelliti e i sensori remoti, stanno rivoluzionando il modo in cui studiamo e comprendiamo le dinamiche dei ghiacciai. Questi strumenti, combinati con modelli matematici avanzati, permettono di prevedere l’evoluzione delle masse glaciali con una precisione sempre maggiore.

Parallelamente, numerosi progetti di ricerca e iniziative locali puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della tutela dei ghiacciai. Le istituzioni, in collaborazione con università e centri di ricerca, stanno elaborando strategie volte a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere l’adozione di pratiche sostenibili. In questo contesto, il ruolo dei cittadini e degli escursionisti diventa fondamentale: osservare, documentare e condividere informazioni è un modo per partecipare attivamente alla conservazione di questi preziosi ecosistemi.

L’innovazione non si ferma solo sul monitoraggio: si guarda anche alla possibilità di intervenire in maniera mirata per rallentare il processo di scioglimento. Esperimenti controllati in laboratorio e progetti pilota in ambienti naturali stanno esplorando soluzioni che, in futuro, potrebbero contribuire a stabilizzare le condizioni dei ghiacciai più vulnerabili.

Conclusioni: un invito a un futuro di consapevolezza e impegno

Il viaggio attraverso l’evoluzione dei ghiacciai ci offre spunti di riflessione che vanno ben oltre la mera analisi scientifica. Esso rappresenta una testimonianza della capacità della natura di reinventarsi e di adattarsi nel tempo, pur rimanendo fragile di fronte alle pressioni antropiche e climatiche.

In un’epoca in cui il cambiamento climatico impone sfide sempre più complesse, diventa imperativo rinnovare il nostro impegno per la tutela dell’ambiente. I ghiacciai, custodi di un passato millenario e indicatori indispensabili per il futuro, ci invitano a un’azione collettiva che unisca la conoscenza scientifica alla responsabilità quotidiana.

Che siate escursionisti appassionati, studiosi o semplici amanti della natura, ricordate che ogni piccolo gesto contribuisce a preservare un patrimonio inestimabile. Proteggere i ghiacciai significa, in ultima analisi, salvaguardare la vita e garantire alle future generazioni la possibilità di vivere in armonia con un mondo che, nonostante le sfide, sa ancora stupirci con la sua bellezza e la sua resilienza.

In questo contesto, l’evoluzione dei ghiacciai diventa non solo un argomento di studio, ma anche un simbolo di speranza e di impegno. Un invito a guardare al futuro con consapevolezza, a educare noi stessi e chi ci sta intorno, e a mettere in pratica azioni concrete per un mondo più sostenibile. La strada è lunga e complessa, ma ogni passo, ogni informazione condivisa e ogni scelta responsabile possono fare la differenza.

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Dalla FIE: Escursione: L’Anello della Presolana

Anello della Presolana (Versante Sud – Ovest)
Motivo d’interesse: Storico, antropologico e paesaggistico
Ritrovo: Passo della Presolana (mt. 1289)
Partenza: Passo della Presolana (mt. 1289)
Arrivo: Passo della Presolana (mt. 1289)
Altitudine massima: Passo di Pozzera (mt. 2126)
Dislivello: 837 mt.
Difficoltà:media
Periodo consigliato: primavera/autunno
Tempo indicativo di percorrenza: 6 ore

Tempi di percorrenza:
– Passo della Presolana – Rif. Baita Cassinello: 1:00 ore – dislivello +279,00 mt.
– Rif. Baita Cassinello – Cappella Savina:
2:00 ore – dislivello +517,00 mt.
– Cappella Savina – Passo di Pozzera: 0:15 ora – dislivello +41,00 mt.
– Passo di Pozzera – Rif. Olmo: 0:45 ora – dislivello -308,00 mt.
– Rif. Olmo – Passo della Presolana: 2:00 ore – dislivello -529,00 mt.

Segnavia sentieri:
Passo della Presolana – Passo di Pozzera: n. 315
– Passo di Pozzera – Rif. Olmo: n. 320
– Rif. Olmo – Passo della Presolana: n. 318 e n. 319

SALITA

Ascensione di media difficoltà alla parte meridionale della montagna Bergamasca. Si tratta di un percorso alla portata di tutti anche se presenta qualche punto da non sottovalutare.

Si svolge su sentieri ben segnati e in uno scenario mozzafiato ai piedi della Presolana.

La Cappella Savina

Nella prima parte il percorso sale lungo il sentiero che attraversa un bosco e poi dei prati. Dopo una breve sosta alla Baita Cassinello (mt. 1568) si prosegue sul sentiero ghiaioso n. 315, ben tracciato e in costante salita sino alla Cappella Savina (mt. 2085) nei pressi del Bivacco Città di Clusone e, dopo una breve sosta per ammirare le maestose pareti della Presolana, si riparte su sentiero in falso piano per il vicino Passo di Pozzera (mt. 2126). Da qui inizia la discesa, sul sentiero sempre ghiaioso n. 320, che per il primo tratto deve essere percorso con attenzione, poi prosegue in leggera discesa sino a raggiungere il Rifugio Olmo (mt. 1818) posizionato su un’ampio pianoro da dove si può ammirare la vallata sottostante.

DISCESA

Il Rifugio Olmo

Dopo la sosta pranzo prevista al Rifugio Olmo, si ridiscende dal sentiero sottostante il Rifugio sino ad incrociare il sentiero n. 318, che percorriamo sino alla Malga della Presolana da dove seguiremo il sentiero n. 319 il quale ci conduce dapprima al Colle della Presolana (mt. 1698) e poi a Malga Corzenine (mt. 1363) e quindi al Passo della Presolana (mt. 1289) dove abbiamo lasciato le auto.

DURATA: 1 giorno.

LUNGHEZZA: L’itinerario, piuttosto lungo, prevede l’impiego di tutta la giornata e, pertanto, sarà necessario programmare alcune soste lungo il percorso.

DISLIVELLO: In salita m 837

QUOTA MAX E MIN: Quota minima: Passo della Presolana (mt. 1289), Quota Massima: Passo di Pozzera (mt. 2126)

NOTE

L’itinerario ad anello fa conoscere la Presolana in tutta la sua bellezza e la varietà della sua flora.


La Presolana (così leggiamo su Wikipedia) è un massiccio montuoso delle Prealpi Bergamasche che raggiunge un’altitudine di 2 521 m s.l.m.

È situato completamente in provincia di Bergamo, fra la Val Seriana (comuni di Castione della Presolana, Rovetta e Oltressenda Alta) e la Valle di Scalve (comuni di Colere e Vilminore di Scalve).

Fin dalla metà dell’Ottocento il massiccio ha attratto alcuni dei più importanti nomi dell’alpinismo italiano. Situato a metà cammino tra la Pianura Padana e le Alpi Retiche occidentali, il Pizzo della Presolana presenta alcuni dei più ricchi giacimenti minerari e fossili delle Alpi.

ORIGINE DEL NOME

Numerose sono le versioni che vorrebbero fornire il nome di questa montagna, e molte hanno uno sfondo leggendario. La più suggestiva deriverebbe dall’espressione latina “Presa-Alana”, con riferimento ad una battaglia che vide la sconfitta del popolo degli Alani ad opera dei Romani (o in un’altra versione per mano di Carlo Magno, secondo la quale egli sconfisse un sovrano del posto, l’Alano, che governava il paese di Breno) proprio in quella zona.

Si dice che fu un’immensa carneficina, tanto che alla valle in cui accaddero questi scontri, prima chiamata Valle Decia, venne cambiato nome in Calve (attualmente Valle di Scalve) a causa “della calvarie d’ossa spolpate avanzate al grande macello” (anche secondo la storia alternativa di Carlo Magno la valle prese il nome per questo motivo).

Sempre secondo la leggenda si dice che, nelle notti di tempesta, gli spiriti degli Alani vaghino ancora tra le rocce di questa montagna. Altre leggende vedono coinvolti folletti, spiriti e splendide fanciulle, ma la versione più credibile resta quella più recente, secondo la quale il nome Presolana deriverebbe dal dialetto praizzöla (in italiano “praticciolo”) per via dei piccoli prati presenti sulle proprie pendici.

Un’altra leggenda riferisce di un bandito di un’epoca sconosciuta che si aggirava nel nord Italia. Dopo che il bandito fu identificato nella persona di Lana, che aveva il covo dove ora c’è il paese Cadilana (LO) (Ca’ = Casa, Casa di Lana) si diede alla fuga e cercò di raggiungere le Alpi per fuggire all’estero; con un furbo stratagemma la Giustizia riuscì però a trarlo in inganno e catturarlo proprio dove ora sorge la Presolana, evento da cui prenderebbe appunto il nome.

Maria Cristina Andreotti
Consigliere Federale

[Foto in alto: Pizzo della Presolana (2521 m) da una finestra del rifugio Coca]

 

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Dalla FIE: La Giornata Mondiale dell’Acqua 2025: salvaguardia dei ghiacciai, un impegno per il futuro delle nostre montagne

Oggi, 22 marzo 2025, nel giorno in cui il mondo celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, rivolgiamo il nostro sguardo a una tematica di cruciale importanza: la salvaguardia dei ghiacciai. Questi giganti di ghiaccio non sono soltanto meraviglie naturali, ma veri e propri serbatoi d’acqua dolce, fondamentali per la vita e per il mantenimento degli equilibri ecologici, soprattutto in ambienti montani dove l’acqua scorre come linfa vitale.

Un patrimonio da proteggere: i ghiacciai e il ciclo dell’acqua

I ghiacciai sono strutture che si formano nel corso di millenni, accumulando neve e trasformandola in ghiaccio sotto il peso degli strati sovrastanti. Essi rappresentano una componente essenziale del ciclo dell’acqua, agendo come depositi naturali che rilasciano lentamente acqua dolce durante le stagioni più calde. Questa funzione è cruciale non solo per il rifornimento idrico delle comunità che vivono in prossimità delle montagne, ma anche per il mantenimento della biodiversità e degli habitat naturali.

La Giornata Mondiale dell’Acqua di quest’anno ci invita a riflettere sull’importanza di questa risorsa e sui pericoli che l’attuale crisi climatica comporta. Il riscaldamento globale, infatti, sta accelerando il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai, mettendo a rischio un patrimonio che, seppur apparentemente immutabile, è oggi più fragile che mai.

Le conseguenze del cambiamento climatico: un allarme per le montagne

Il cambiamento climatico sta incidendo in maniera drastica sugli ecosistemi montani. Il progressivo aumento delle temperature globali ha portato a un’accelerata riduzione delle masse glaciali, fenomeno che si traduce in conseguenze dirette e indirette:

  • Riduzione delle riserve d’acqua: I ghiacciai, sciogliendosi, non sono più in grado di garantire un rilascio costante di acqua, causando carenze idriche soprattutto nei periodi estivi.
  • Alterazione dei corsi d’acqua: Il rapido scioglimento può provocare inondazioni improvvise e modifiche nei percorsi fluviali, con impatti negativi sull’agricoltura e sulle infrastrutture locali.
  • Perdita di biodiversità: Le specie vegetali e animali che si sono adattate agli ambienti freddi e glaciali si trovano a dover fronteggiare nuove condizioni che mettono in crisi l’equilibrio naturale.

Questi fenomeni non solo richiedono un’attenzione scientifica, ma esortano anche ogni appassionato di escursionismo a riflettere sul proprio rapporto con la natura. Le nostre escursioni, infatti, sono l’occasione perfetta per osservare da vicino i cambiamenti e per contribuire, con comportamenti responsabili, alla salvaguardia di questi paesaggi unici.

Il ruolo degli escursionisti: testimoni e difensori della natura

Gli escursionisti e gli amanti della montagna rappresentano una categoria particolarmente sensibile ai mutamenti ambientali. Camminare lungo sentieri che un tempo erano dominati da neve e ghiaccio, e osservare ora una trasformazione in atto, è un’esperienza che stimola la consapevolezza e la responsabilità.

  • Educazione e sensibilizzazione: Durante le escursioni, condividere informazioni e conoscenze sul funzionamento dei ghiacciai e sull’impatto dei cambiamenti climatici può fare la differenza.
  • Pratiche eco-sostenibili: Adottare comportamenti rispettosi dell’ambiente, come ridurre l’uso della plastica, scegliere mezzi di trasporto a basso impatto e partecipare ad iniziative di pulizia dei sentieri, è un modo concreto per tutelare il patrimonio naturale.
  • Monitoraggio e partecipazione: Molte associazioni ambientaliste e gruppi di escursionismo stanno collaborando con enti di ricerca per monitorare lo stato dei ghiacciai. Partecipare a questi progetti è un’opportunità per trasformare la passione in un’azione di tutela attiva.

Iniziative e progetti per la salvaguardia dei ghiacciai

Il 2025 si contraddistingue per numerose iniziative volte a proteggere i ghiacciai e a promuovere la consapevolezza ambientale:

  • Progetti di ricerca e monitoraggio: Università e centri di ricerca hanno intensificato gli studi sui ghiacciai, sviluppando tecnologie innovative per il monitoraggio in tempo reale e per prevedere l’evoluzione del fenomeno dello scioglimento.
  • Campagne di sensibilizzazione: Eventi, conferenze e workshop organizzati a livello locale e nazionale coinvolgono la comunità, mostrando come ogni piccolo gesto possa contribuire a rallentare gli effetti del cambiamento climatico.
  • Collaborazioni istituzionali: Le amministrazioni locali e nazionali stanno attuando politiche di tutela ambientale che mirano a preservare non solo i ghiacciai, ma l’intero ecosistema montano. Queste politiche comprendono incentivi per l’adozione di pratiche sostenibili e investimenti in infrastrutture verdi.

Una visione per il futuro: l’importanza della consapevolezza collettiva

La salvaguardia dei ghiacciai è un compito che va ben oltre il semplice monitoraggio ambientale: si tratta di un invito a ripensare il nostro stile di vita e a riscoprire il valore autentico della natura.

  • Educazione ambientale: Integrare nei percorsi formativi la conoscenza del ciclo dell’acqua e dei meccanismi del cambiamento climatico è essenziale per preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro.
  • Impegno individuale e collettivo: Ogni cittadino, in particolare chi vive a stretto contatto con la montagna, può diventare un ambasciatore della sostenibilità, trasformando la propria passione per l’escursionismo in un impegno quotidiano per la tutela del pianeta.
  • Innovazione e tradizione: L’unione di tradizioni locali e tecnologie moderne offre la possibilità di coniugare il rispetto per la natura con l’adozione di soluzioni efficaci per la gestione delle risorse idriche.

Conclusioni: un invito all’azione

In questa Giornata Mondiale dell’Acqua, il tema “La Salvaguardia dei Ghiacciai” non è soltanto un richiamo simbolico, ma un urgente appello a tutti noi. Le montagne e i loro ghiacciai ci raccontano una storia antica, fatta di cicli naturali che ora rischiano di essere interrotti.

Il nostro impegno, come escursionisti, naturalisti e cittadini, è quello di preservare questi paesaggi con rispetto e responsabilità. Ogni passo sui sentieri montani diventa un atto di consapevolezza, ogni gesto a favore dell’ambiente un contributo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico.

Oggi più che mai, è fondamentale ascoltare la voce della natura e agire in modo sostenibile, perché solo così potremo garantire alle future generazioni la possibilità di ammirare e vivere in armonia con uno degli ecosistemi più affascinanti e vitali del nostro pianeta.

L’articolo La Giornata Mondiale dell’Acqua 2025: salvaguardia dei ghiacciai, un impegno per il futuro delle nostre montagne proviene da FIE Italia – Federazione Italiana Escursionismo.