Che tu stia partendo per una gita di un giorno o ti stia imbarcando in un tour che dura diversi giorni, che tu finisca bloccato in un temporale o ti perda una svolta, lo zaino sulle tue spalle è tutto ciò di cui hai bisogno – a patto che tu lo abbia riempito di tutte le cose giuste. Se hai con te l’attrezzatura essenziale, supererai ogni avventura, pianificata o imprevista. Come dice il detto:
“Prendi il minimo possibile e il massimo di ciò di cui hai bisogno.”
Per affrontare un’escursione in sicurezza e comfort, è fondamentale dotarsi dell’attrezzatura adeguata. Di seguito, una panoramica degli elementi indispensabili per gli appassionati di hiking e trekking.
1. Zaino Tecnico
Uno zaino ergonomico, con una capacità variabile tra i 20 e i 30 litri per escursioni giornaliere, è essenziale per trasportare tutto il necessario. Assicurarsi che sia dotato di spallacci imbottiti e cintura lombare per una distribuzione ottimale del peso. Un coprizaino impermeabile può rivelarsi utile in caso di pioggia.
2. Abbigliamento Adeguato
Strati: Adottare il sistema a strati permette di adattarsi alle variazioni climatiche. Una maglietta tecnica traspirante come primo strato, un pile o softshell come strato intermedio e una giacca impermeabile e antivento come strato esterno sono consigliati.
Pantaloni: Optare per pantaloni da trekking resistenti e, se possibile, con funzione antivento e idrorepellente.
Accessori: Un cappello o berretto per proteggersi dal sole, occhiali da sole e guanti leggeri possono essere utili, soprattutto in alta quota.
3. Calzature
Gli scarponcini da trekking sono fondamentali. Devono offrire un buon supporto alla caviglia, avere una suola robusta (preferibilmente Vibram) e garantire impermeabilità, magari grazie a una fodera in Gore-Tex. È importante che siano ben rodati prima dell’escursione per evitare vesciche.
4. Bastoncini da Trekking
I bastoncini regolabili aiutano a mantenere l’equilibrio e riducono lo stress su ginocchia e articolazioni, soprattutto durante le discese.
5. Navigazione
Portare con sé una mappa topografica della zona e una bussola è essenziale. Anche se si dispone di dispositivi GPS, è sempre bene avere strumenti analogici come backup.
6. Illuminazione
Una lampada frontale con batterie di riserva è indispensabile in caso l’escursione si protragga oltre il previsto o in condizioni di scarsa visibilità.
7. Kit di Primo Soccorso
Un kit compatto contenente cerotti, disinfettante, bende, antidolorifici e eventuali farmaci personali è fondamentale per gestire piccoli infortuni.
8. Idratazione e Alimentazione
Portare una quantità adeguata d’acqua, considerando la durata e l’intensità dell’escursione. Snack energetici come frutta secca, barrette energetiche e cioccolato forniscono energia rapida durante il cammino.
9. Protezione Solare
Crema solare con alto fattore di protezione e balsamo labbra con SPF aiutano a prevenire scottature, soprattutto in alta montagna.
10. Strumenti Multiuso
Un coltellino multiuso può rivelarsi utile in diverse situazioni, dalla preparazione del cibo a piccole riparazioni dell’attrezzatura.
Ricorda sempre di pianificare attentamente l’escursione, informarti sulle condizioni meteorologiche e comunicare a qualcuno il tuo itinerario previsto. Un’adeguata preparazione e l’attrezzatura giusta sono la chiave per un’esperienza di trekking sicura e piacevole.
Ricorda sempre che una buona preparazione è fondamentale per godere appieno dell’esperienza escursionistica in sicurezza.
Vi raccontiamo oggi una bellissima escursione organizzata con la nostra associazione Fwa Fitrizing &Wellness Association Asd il 23 luglio 2022.
La peculiarità di questa escursione è stata la partenza in notturna da Campo Imperatore (3.30 a.m.) per raggiungere alle prime luci dell’alba (5,47 a.m.) la vetta del Monte Aquila, (2494 mt.) considerata data, la posizione, la naturale anticima del Corno Grande.
La vetta venne battezzata il 28 agosto 1926 dalla sezione aquilana del Club Alpino Italiano in omaggio della città, allora nota come Aquila degli Abruzzi.
“Fu così una sincera testimonianza della fusione dell’azione della sezione con la vita della città, e non già una retorica manifestazione di orgoglio, l’iniziativa di battezzare una cima anonima a quota 2498 col nome di monte Aquila, la grandiosa cerimonia del battesimo richiamò numerosissime persone, non soltanto fra i soci di varie Sezioni del C.A.I. ma anche fra gli abitanti dei paesi più vicini al Gran Sasso che seppero capire il significato non meramente letterario, di una manifestazione che esprimeva il nuovo modo di intendere il rapporto dell’uomo con la montagna”
(Club Alpino Italiano, 1926)
Vista della vetta dalla Sella di Monte Aquila, sopra Campo Imperatore
Inoltre per la sua posizione, equidistante dal rifugio Duca degli Abruzzi ad ovest, dal Rifugio Garibaldi a nord e dal rifugio Nicola D’Arcangelo ad est, il monte Aquila è particolarmente frequentato dagli alpinisti, soprattutto come punto di partenza e di passaggio per le lunghe escursioni.
È infatti uno dei punti di partenza del Sentiero del Centenario che si snoda lungo l’intera cresta del massiccio, in direzione sud est.
Foto di Vito Jozzo
L’arrivo alla cima prevede un sentiero ben tracciato, non particolarmente impegnativo, adatto anche ad escursionisti non esperti e bambini che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta e ammirare dall’alto uno spettacolo meraviglioso.
Il Monte Aquila è l’ottava vetta per altezza del massiccio del Gran Sasso d’Italia e si trova al margine nord occidentale dell’altopiano di Campo Imperatore, a ridosso del Corno Grande.
L’altopiano è caratterizzato dalla presenza di laghetti a forma circolare di modesta profondità, di origine glaciale. Fra essi spicca il Lago di Pietranzoni a 1.660 mt.(s.l.m) posto al centro dell’altopiano con ampia veduta alle spalle del Corno Grande, cosi da meritare il nome di “specchio del Gran Sasso”.
La vista su Campo Imperatore da qualunque punto ci si affacci a contemplarla riempie sempre di immensità.
La piana è posta ad un’altitudine variabile dai 1500 ed i 1900 metri ed è lunga circa 20 km, con una larghezza che varia dai 3 ai 7 km.
I suoi sterminati pascoli sono utilizzati per l’alpeggio estivo di greggi di ovini e delle mandrie di bovini ed equini che d’inverno transumano in Puglia, secondo un rito che ormai si ripete da anni.
Campo Imperatore deve il suo nome all’Imperatore Federico II di Svevia che nel XIII secolo lo chiamò, affascinato dalla sua bellezza, “Campo Imperiale”, ed è stato location di video musicali e film western famosi come “Lo chiamavano Trinità…” e ”…continuavano a chiamarlo Trinità” con i due famosi attori Bud Spencer e Terence Hill.
L’unica zona boschiva dell’altopiano è Fonte Vetica la zona a sud-est di Campo Imperatore ai piedi del Monte Camicia.
Campo Imperatore definito dal noto alpinista Fosco Maraini, Piccolo Tibet, è di origine tettonica, con una morfologia modellata da alluvioni e soprattutto dai ghiacciai, dalla neve, e dai fenomeni periglaciali.
L’animale simbolo del Parco è il Camoscio appenninico. A cento anni dall’estinzione dell’ungulato sul Gran Sasso, un progetto di reintroduzione gli ha consentito di ricolonizzare le montagne che contano oggi circa 600 individui.
Ma torniamo al motivo per cui abbiamo proposto ai nostri associati un’escursione che avremmo potuto fare di giorno con la luce rassicurante del sole seguendo un sentiero comodo e anche abbastanza affollato vista la sua accessibilità.
Le ricognizioni, ben due (svolte una di giorno e una di notte), ci hanno convinto che in totale sicurezza potevamo proporre un’esperienza unica, evitando anche il traffico giornaliero che ogni tanto si crea su questo sentiero.
Il meteo era stato monitorato da giorni ed è stato decisamente clemente e favorevole alla riuscita dell’escursione.
L’escursione si presenta come un sentiero E escursionistico, un dislivello di max 380 mt, una lunghezza di circa 6 km, ben segnato e con due rifugi visibili aperti per qualunque necessità (Rifugio Garibaldi e Rifugio Duca degli Abruzzi)
Il nostro gruppo era composto da 35 persone, e, oltre l’accompagnatore certificato, contava altri 4 “accompagnatori esperti”. Ci siamo dunque potuti distribuire per tenere in sicurezza il gruppo lungo il percorso.
Dopo aver verificato che ogni partecipante avesse un equipaggiamento idoneo, costituito da: calzature da trekking e calzettoni adeguati, abbigliamento a strati possibilmente traspirante, maglia in micropile o pile, cappello estivo e invernale, occhiali da sole, giacca antipioggia e antivento, zaino con borraccia piena, bastoncini da trekking (consigliati) e lampade frontali (soprattutto per il primo tratto), siamo partiti.
Dall’albergo di Campo Imperatore (2100 mt) famoso per aver ospitato il celebre prigioniero Benito Mussolini dopo l’armistizio del 1943, abbiamo preso il sentiero 101 alle spalle dell’Osservatorio astronomico in direzione del rifugio Duca degli Abruzzi.
Dopo un paio di zig zag siamo arrivati ad un primo bivio, lì abbiamo svoltato a dx e, seguendo il segnavia C.A.I. abbiamo proseguito per il sentiero che taglia a mezzacosta il versante meridionale del monte. Da qui si dominava un magnifica vista sulla piana di Campo Imperatore ancora al buio ma rischiarata da qualche stella.
Le torce frontali che illuminavano i nostri passi creavano un effetto molto suggestivo, da lontano si vedevano altri puntini luminosi, erano gli amici alpinisti che salivano per la direttissima sul Corno Grande…è emozionante vivere tutti insieme, ognuno con le proprie capacità, la montagna!!
Superato uno spigolo roccioso il sentiero prosegue dapprima pianeggiante e infine, per gradoni, risale fino alla Sella di Monte Aquila (2.335 mt)
Dalla sella di Monte Aquila abbiamo proseguito verso destra in leggera discesa incontrando subito un secondo bivio dove si svolta a dx (segnavia Cai) per il sentiero 104 che riprende a salire comodamente fino ad un punto più pianeggiante dove si lascia il sentiero principale proseguendo verso dx per prati (dove abbiamo trovato omini di pietra che segnalavano il sentiero) lungo l’evidente cresta che risale alla vetta del Monte Aquila.
Straordinaria la sensazione che abbiamo provato quando siamo arrivati alla croce e seduti tutti vicini…l’ora blu si è palesata in tutta la sua bellezza ed il silenzio surreale ci ha avvolto.
…C’è un particolare momento della giornata in cui la luce morente non ha ancora ceduto il passo all’oscurità oppure l’alba nascente non ha ancora squarciato il velo della notte. È un istante magico in cui il paesaggio sembra avvolto in un’atmosfera ovattata e sospeso in una dimensione irreale e tutto, ogni cosa, si tinge di blu o di violetto. Quando il sole si trova al di sotto dell’orizzonte, prima dell’aurora che preannuncia il passaggio dal buio alla luce, o dopo il tramonto, nel crepuscolo che precede l’oscurità, è allora che si verifica l’ora blu. Dura solo pochi minuti, mezz’ora al massimo, ma rappresenta uno spettacolo di rara bellezza.
L’ora blu è quell’istante inafferrabile tra i sogni ed il risveglio, in cui ciascuno può riflettere su ciò che è stato e desiderare ciò che sarà [cit.]
Sono stati minuti unici ed irripetibili in cui ognuno ha fatto i conti con le proprie emozioni e lasciato fluire la gioia di essere lì insieme.
Siamo rimasti lì ben coperti per un tempo non quantificabile poi, timidamente, qualcuno ha tirato fuori il caffè, le ciambelline ed i biscotti ed è stata decisamente la colazione più bella ed in altitudine della nostra vita !!
Lontano pian piano si sono incominciati a delineare anche i riflessi del Mar Adriatico e a dx la piana di Campo Imperatore ancora mezza addormentata in penombra. Poco dopo si è iniziato a scorgere la sagoma del bivacco Bafile, un puntino rosso arroccato sulla parete rocciosa del massiccio del Corno Grande al quale si accede attraverso una ferrata.
Sapendo che la stanchezza presto si sarebbe fatta sentire, senza aspettare oltre, ci siamo rimessi sulla la via del ritorno. Ripercorrendo il sentiero dell’andata siamo arrivati rapidamente al bivio per il Brecciaio (per chi sale sul Corno grande per la via Normale) e poi, dalla sella di Monte Aquila, abbiamo proseguito per la variante bassa costeggiando la valle dei Pericoli che ospita il rifugio Garibaldi.
Un gruppo di camosci ha accompagnato il nostro cammino. Senza mai dimenticare che in montagna siamo sempre ospiti, in silenzio, li abbiamo ammirati e fotografati. Facilitati ormai alla luce del sole, attraversando un piccolo tratto di creste, abbiamo poi raggiunto il Rifugio Duca degli Abruzzi.
Si erano fatte quasi le 8.00, la temperatura era già alta e la terrazza del rifugio Duca degli Abruzzi, ci accoglieva permettendoci di ammirare, dai suoi affacci, un panorama molto suggestivo che spaziava dal Corno Grande alla Val Maone, a Pizzo Cefalone e a quello dell’Intermesoli. Il rifugio è posto ad un’altezza di 2.338 mt ed è di proprietà del C.A.I. di Roma. Presso il rifugio è sempre possibile riposare un pochino ed approfittare dei servizi igienici.
Da lì siamo rientrati al parcheggio di Campo Imperatore con l’intenzione poi avveratasi di concludere questa magnifica escursione a Fonte Vetica al ristoro Mucciante, tappa fissa dove gustare i deliziosi arrosticini abruzzesi…il Monte Camicia ci osservava sornione e compiaciuto…ma quella è un’altra storia…anzi un’altra escursione !!
Cecilia Buccigrossi Accompagnatore Fie Lazio Fwa Fitrizing &Wellness Association A.S.D
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