Dalla FIE: Escursionismo epicureo (Epicureismo)

Introduzione: L’eredità di Epicuro nel mondo contemporaneo

Busto di Epicuro

Quando pensiamo all’Epicureismo, la prima immagine che spesso viene in mente è quella di un filosofo dell’antica Grecia (Epicuro, appunto, vissuto tra il IV e il III secolo a.C.) intento a godersi i piaceri della vita, circondato da amici, buon cibo e conversazioni pacifiche. Tuttavia, l’Epicureismo è molto più di una semplice dottrina del piacere immediato: è una filosofia che spinge a vivere con serenità, liberandosi dalle paure ingiustificate e dai desideri eccessivi, per raggiungere uno stato di benessere duraturo e autentico.

Traslare questi principi nel contesto dell’escursionismo significa plasmare un modo di vivere la natura e il cammino che privilegia il benessere, la semplicità, il godimento dei piccoli piaceri e la fuga dalla frenesia della vita quotidiana. L’escursionismo epicureo non è un semplice “andare a passeggio”: è, piuttosto, un modo di sostare nella natura per rigenerare corpo e mente, godendo di un piacere stabile, non turbato dal bisogno di superare record, affrontare sfide estreme o ostentare prestazioni fisiche fuori dal comune.

Le radici filosofiche: l’idea di piacere e serenità in Epicuro

Il poeta latino Lucrezio, esponente epicureismo romano

Il cuore dell’Epicureismo è la ricerca dell’atarassia, uno stato di imperturbabilità dell’animo che si raggiunge eliminando le fonti di turbamento: la paura della morte, il timore degli dei e i desideri vani. Epicuro non predicava l’edonismo sfrenato, bensì la scelta di piaceri semplici, naturali e necessari, che non portano sofferenza o ansia. Il suo ideale era una vita sobria, in armonia con i ritmi della natura, vissuta in compagnia degli amici, discutendo con calma e saggezza.

Applicati all’escursionismo, questi principi suggeriscono di cercare una camminata che non sia una corsa contro il tempo, né una lotta contro il limite fisico, bensì un momento di quiete, di ristoro, di rinnovamento. L’escursionista epicureo non si impone tappe massacranti, non cerca l’impresa eroica, né la cima più difficile da raggiungere. Al contrario, seleziona percorsi che offrano paesaggi suggestivi, contatto con l’ambiente naturale, la possibilità di osservare la flora e la fauna, di fermarsi a contemplare un ruscello, un albero secolare o un campo fiorito.

Caratteristiche dell’escursionismo epicureo

Possiamo delineare alcuni tratti distintivi di questo approccio:

  1. Moderazione dello sforzo fisico:
    Il cammino non deve essere estenuante. L’obiettivo non è la prestazione, ma il benessere. Questo non significa che l’escursionista epicureo non possa intraprendere percorsi impegnativi: ciò che conta è la proporzione tra la fatica compiuta e il piacere ricavato. Un breve strappo in salita può essere accettato se conduce a un panorama di grande bellezza, a una radura soleggiata dove riposare, a un punto di osservazione particolarmente suggestivo. Ma non si inseguono sfide insensate, né dislivelli proibitivi, se lo sforzo annullerebbe il piacere della giornata.
  2. Attenzione all’ambiente e alla natura:
    L’escursionismo epicureo valorizza la natura come fonte di piaceri semplici: il cinguettio degli uccelli, il rumore del vento tra le foglie, l’odore della terra umida dopo la pioggia. Tutto ciò diventa parte integrante dell’esperienza. L’escursionista non si limita a “passare attraverso” il paesaggio, ma vi si immerge consapevolmente, gustandone i dettagli, lasciando che la mente si liberi dalle preoccupazioni quotidiane.
  3. Pausa, contemplazione, lentezza:
    A differenza di chi vive l’escursionismo come performance, l’epicureo fa della sosta un momento chiave. Fermarsi per gustare un frutto, bere un sorso d’acqua fresca, osservare un piccolo insetto, scambiare quattro chiacchiere con un compagno di viaggio: queste pause non sono tempo perso, ma parte integrante del piacere del cammino. La lentezza non è un difetto, ma una virtù. Camminare piano significa assaporare ogni passo, ascoltare il proprio corpo, sentirne la forza ma anche i limiti, e accettarli con serenità.
  4. Semplicità nell’equipaggiamento e nella logistica:
    L’escursionista epicureo non è schiavo della tecnologia e dell’iper-equipaggiamento. Un buon paio di scarponi, uno zaino leggero, abiti comodi, una borraccia, uno spuntino genuino: queste poche cose bastano per godersi la natura. Non è necessario avere strumenti all’avanguardia, app complicate, dispositivi di ultima generazione. Ovviamente, la sicurezza non va trascurata, ma ci si limita all’essenziale. Questo approccio riflette l’idea epicurea di riduzione dei bisogni superflui.
  5. Ricerca del benessere psico-fisico:
    L’escursionismo epicureo mira all’equilibrio tra corpo e mente. Camminare in un ambiente naturale, con calma, respirando aria pulita, è già di per sé un atto di cura verso il proprio corpo. La ripetizione dei passi a ritmo moderato può favorire la meditazione leggera, il rilassamento, l’allentamento delle tensioni muscolari e psicologiche. Questo tipo di escursionismo diventa una sorta di “terapia naturale” contro lo stress della vita urbana e frenetica.

Il ruolo della compagnia e della condivisione

Epicuro sottolineava l’importanza dell’amicizia e della condivisione del piacere con persone affini. Analogamente, l’escursionismo epicureo non esclude la socialità, anzi la incoraggia. Camminare in compagnia di amici o persone care, con cui condividere non solo la fatica ma anche gli attimi di meraviglia, rafforza i legami. Non si tratta di formare grandi gruppi rumorosi, ma piuttosto di camminare con poche persone, selezionate, con cui poter scambiare parole, riflessioni o restare anche in silenzio, godendo della quiete del paesaggio.

In questo contesto, la conversazione non è uno sfoggio di conoscenze o una gara di retorica, ma uno scambio genuino di pensieri. Come nel Giardino di Epicuro, dove i discepoli si riunivano in un ambiente tranquillo per discutere di filosofia e vita, nell’escursionismo epicureo ci si ritrova in un “giardino itinerante”, un contesto naturale in cui dialogare diviene spontaneo, privo di pressioni e interessi ulteriori.

Esempi pratici di escursionismo epicureo

  • Una passeggiata lungo un sentiero pianeggiante che costeggia un lago:
    La meta non è una vetta impervia, ma un itinerario semplice e panoramico. Lungo la riva del lago, l’escursionista si ferma a osservare il riflesso delle montagne nell’acqua, ascolta il suono delle onde leggere, assapora un frutto di stagione. Non cerca l’adrenalina, bensì la pace e l’armonia.
  • Una camminata in un bosco di montagna con soste gourmet:
    L’escursionismo epicureo può anche integrare la dimensione enogastronomica. Una sosta in un rifugio per gustare una fetta di torta fatta in casa o un formaggio locale di qualità, una tazza di tè aromatico, costituisce un piacere semplice, in linea con la filosofia epicurea. Non si tratta di excessus gastronomico, ma di un moderato assaggio che arricchisce l’esperienza sensoriale.
  • Un breve trekking all’alba o al tramonto:
    L’escursionista epicureo può scegliere di camminare in momenti della giornata in cui la luce diventa più dolce, i colori più intensi. Ammirare il sole che sorge oltre le cime o che si tuffa dietro l’orizzonte, mutando i colori del cielo, è un piacere che non richiede sforzi immani, ma che colma l’animo di quieta meraviglia.

Benefici psico-fisici e interiori

L’approccio epicureo all’escursionismo porta con sé numerosi benefici:

  1. Riduzione dello stress:
    Camminare in natura con calma, senza pressioni, aiuta a ridurre il cortisolo (l’ormone dello stress), migliorando l’umore e la qualità del sonno.
  2. Miglioramento della salute fisica:
    Anche senza eccessivi sforzi, il semplice atto di camminare favorisce la circolazione, migliora la respirazione, aiuta a mantenere un buon tono muscolare.
  3. Equilibrio emotivo:
    L’immersione nel verde, il contatto con gli elementi naturali e la tranquillità del contesto facilitano il rilassamento psicologico, l’elaborazione di pensieri e preoccupazioni in modo più sereno.
  4. Crescita personale:
    Vivere il cammino come un atto di piacere sostenibile e consapevole spinge a riconsiderare le proprie priorità. Si scopre che non occorrono imprese eroiche per sentirsi appagati; bastano piccole gioie, se vissute con la giusta disposizione d’animo.
  5. Rispetto dell’ambiente:
    L’escursionista epicureo, riconoscente verso la natura per i piaceri che essa dona, tende a essere più attento a non lasciar tracce, non disturbare la fauna, non inquinare. Il rispetto diventa una conseguenza naturale della gratitudine.

Strumenti e consigli pratici

  • Pianificazione “soft”:
    Prima di partire, scegliere un itinerario adatto al proprio livello, con dislivelli moderati, punti panoramici e, se possibile, una fonte d’acqua o un rifugio. Meglio evitare giornate con previsioni meteo troppo avverse: un po’ di pioggia può non essere un problema, ma non ci si vuole mettere in situazioni rischiose o troppo impegnative.
  • Equipaggiamento essenziale:
    Scarponi comodi, abbigliamento a strati, zaino leggero, borraccia, un piccolo snack (frutta secca, un pezzo di pane integrale, un formaggio leggero), un telo per sedersi sull’erba. Un bastoncino da trekking può essere utile, ma non indispensabile. Evitare sovraccarichi inutili.
  • Evita la frenesia del cronometro:
    Lascia da parte l’ossessione per i minuti e i chilometri. L’obiettivo non è arrivare prima, ma godere di ogni metro del percorso. Se ci si sente stanchi, ci si ferma; se si incontra un bel punto panoramico, si sosta a lungo.
  • Ascolta te stesso:
    L’approccio epicureo invita a sentire il corpo, a non ignorare il respiro affannato, la gamba stanca, la necessità di bere. Non è una gara, è un momento di benessere. Rispetta i tuoi ritmi.
  • Pratica la gratitudine:
    Mentre cammini, ringrazia mentalmente la natura per ciò che offre: aria pulita, colori, suoni, profumi. Questa attitudine migliora l’umore e crea un circolo virtuoso di apprezzamento e cura.

Escursionismo epicureo come esperienza sociale e culturale

Il piacere dell’escursionismo epicureo può essere condiviso anche in piccole comunità. Gruppi di amici che stabiliscono un giorno della settimana o del mese per fare una passeggiata in un parco naturale, in un bosco vicino alla città, o per scoprire sentieri facili in zona collinare. Queste uscite diventano occasioni per rievocare quella “comunità filosofica” di ispirazione epicurea: persone che si incontrano non per competere, ma per crescere insieme, godendo di un piacere comune.

In alcuni casi, questa forma di escursionismo può integrarsi con altre attività: lettura di poesie nella natura, piccole degustazioni di prodotti locali, momenti di meditazione o brevi esercizi di yoga all’aperto. L’importante è mantenere la dimensione del piacere semplice e della tranquillità.

Conclusioni: un invito a riscoprire la semplicità

Nell’era della performance, dell’efficienza a ogni costo, l’escursionismo epicureo offre un antidoto delicato e prezioso. Ci ricorda che nella vita non sempre serve puntare in alto, superare record o spingere il corpo al limite. Spesso la vera gioia sta nel fermarsi un attimo, respirare, godere di un paesaggio quieto, di un raggio di sole tra le fronde, di un sapore semplice ma autentico.

Epicuro avrebbe probabilmente apprezzato un pomeriggio trascorso in un bosco, conversando con pochi amici fidati, camminando piano lungo un sentiero, gustando un pezzo di pane e formaggio e, infine, contemplando il tramonto senza alcuna ansia per il futuro. In fondo, l’essenza dell’Epicureismo è trovare nel presente, in ciò che è naturale e a portata di mano, la fonte di un benessere autentico e duraturo.

L’escursionismo epicureo ci invita a portare questa filosofia nel nostro tempo, nelle nostre vite frenetiche, per ricordarci che il vero lusso non è il comfort estremo o l’oggetto costoso, ma la capacità di apprezzare i piaceri elementari che la natura ci concede, trasformando ogni passeggiata in un rituale di serenità e pienezza.

[Nella foto in alto: Doppia erma di Metrodoro ed Epicuro. Gli Eika commemoravano la morte di questi due epicurei il giorno 20 di ogni mese – Fonte Wikipedia]

L’articolo Escursionismo epicureo (Epicureismo) proviene da FIE Italia – Federazione Italiana Escursionismo.

Dalla FIE: Le migliori APP per pianificare e memorizzare le escursioni

Oltre a FIEmaps, la APP specificamente studiata dalla Federazione Italiana Escursionismo, che ha lo specifico obiettivo di guidare gli escursionisti alla scoperta dei Sentieri Europei, dei cammini e degli itinerari proposti dalle associazioni affiliate, le piattaforme offrono numerosissime applicazioni a supporto degli escursionisti. In un panorama così vasto è, però, facile “perdere la bussola”. Di seguito, senza pretesa di completezza, una breve disamina di alcuni degli strumenti più diffusi.

Nel mondo dell’escursionismo moderno, la tecnologia ha assunto un ruolo sempre più centrale. Se un tempo ci si affidava solo a mappe cartacee e bussola, oggi esistono strumenti digitali che permettono di pianificare i percorsi con precisione, verificare i dislivelli, consultare le condizioni del sentiero e registrare le proprie tracce GPS.

Tra le tante applicazioni disponibili, alcune si sono affermate per affidabilità, completezza e facilità d’uso. In questo articolo vediamo da vicino cinque delle più utilizzate: Locus Map, Outdooractive, Wikiloc, Mapy.cz e Basecamp, analizzando per ciascuna punti di forza, limiti e piattaforme supportate.

Locus Map: versatilità e precisione per utenti esperti

Locus Map è una delle app più complete in circolazione, amata in particolare dagli escursionisti esperti e dai professionisti della cartografia outdoor. Disponibile solo per Android, questa app consente una personalizzazione profonda dell’esperienza d’uso.

Il punto di forza di Locus Map è la sua capacità di lavorare offline con mappe dettagliate, sia gratuite (come OpenStreetMap) sia commerciali (come Kompass e LoMaps). La pianificazione del percorso è precisa e può avvalersi di vari strumenti, dal tracciamento manuale fino alla navigazione turn-by-turn. Le funzioni di registrazione delle tracce sono estremamente dettagliate: velocità media, dislivello, tempo in movimento, pause, e altro ancora. È anche possibile esportare e importare tracce in vari formati (GPX, KML).

Il rovescio della medaglia è una curva di apprendimento piuttosto ripida. L’interfaccia può risultare poco intuitiva per chi è abituato ad app più semplici. Inoltre, non è disponibile su iOS, il che limita la platea di utenti. 

Outdooractive: l’ecosistema europeo dell’outdoor

Outdooractive si sta affermando sempre di più come punto di riferimento per chi cerca una piattaforma integrata, che vada oltre il semplice tracciamento. Nata in Germania, l’app offre mappe topografiche di alta qualità, descritte da molti come tra le migliori in Europa. È disponibile sia per Android che per iOS.

Una delle sue peculiarità è la ricca banca dati di percorsi escursionistici già pronti, molti dei quali inseriti da enti ufficiali, associazioni locali e utenti esperti. Ogni itinerario è corredato da profilo altimetrico, descrizione, livello di difficoltà, foto e punti di interesse lungo il percorso. Questo rende Outdooractive molto adatta anche a chi è alle prime armi o cerca ispirazione per nuove escursioni.

Tra i difetti principali, l’interfaccia a volte un po’ lenta e la presenza di molte funzionalità a pagamento. La versione gratuita, sebbene sufficiente per un uso base, mostra i suoi limiti quando si vuole scaricare mappe offline o accedere a contenuti premium. 

Wikiloc: la forza della community

Wikiloc si basa su un concetto semplice ma potente: la condivisione. L’app, disponibile su tutte le piattaforme principali (Android, iOS e Web), consente di cercare e seguire tracce registrate da altri utenti, in un sistema molto simile a un social network dedicato all’outdoor.

È facile da usare, anche per chi ha poca esperienza. Basta cercare una località o un tipo di attività (escursionismo, trekking, mountain bike, ecc.) per visualizzare decine o centinaia di tracce pubblicate. Ogni traccia è accompagnata da foto, commenti, livello di difficoltà e dati tecnici. È anche possibile registrare le proprie escursioni e condividerle con la community.

La versione gratuita è funzionale, ma per seguire una traccia in tempo reale con navigazione GPS è necessario abbonarsi. Inoltre, la qualità delle tracce varia molto: non tutte sono verificate, quindi è sempre bene controllare i dettagli prima di partire. 

Mapy.cz: l’alternativa gratuita che sorprende

Mapy.cz è una delle app meno conosciute in Italia, ma è molto apprezzata nell’Europa centrale, soprattutto per la qualità delle sue mappe. Sviluppata in Repubblica Ceca da Seznam, è gratuita e disponibile su Android, iOS e Web.

Il punto di forza di Mapy.cz è proprio la cartografia: le mappe escursionistiche sono dettagliate, comprensive di sentieri ufficiali, rifugi, punti panoramici e informazioni utili. L’app permette di pianificare itinerari, scaricare mappe offline e registrare le tracce. L’interfaccia è semplice e chiara, ideale anche per chi è alle prime armi.

Nonostante la semplicità, manca però la profondità di personalizzazione offerta da app più avanzate. Inoltre, la pianificazione del percorso è buona ma non sempre precisa nelle aree meno battute. 

Basecamp: lo storico strumento di Garmin

Basecamp non è una vera e propria app mobile, ma un software per PC e Mac sviluppato da Garmin. Viene utilizzato soprattutto per la pianificazione e l’analisi dettagliata delle tracce, in combinazione con i dispositivi GPS portatili della stessa marca.

Il suo principale vantaggio è la possibilità di gestire grandi quantità di dati: waypoint, tracce, mappe, profili altimetrici. È ideale per chi vuole pianificare escursioni complesse o esportare i propri percorsi su un GPS da utilizzare offline.

Tuttavia, Basecamp ha un’interfaccia datata e non sempre intuitiva. È pensato più per un’utenza tecnica che per chi cerca un’app pronta all’uso. Inoltre, non essendo un’app mobile, richiede di passare per il computer, il che può essere scomodo per molti escursionisti.

In conclusione, non esiste un’app perfetta per tutti. L’importante è scegliere l’app che meglio si adatta al proprio stile di escursionismo e imparare a usarla prima di partire. La tecnologia, se usata con consapevolezza, può essere una grande alleata nella sicurezza e nella scoperta del territorio.

Paolo Latella
Presidente
Comitato Regionale Calabria 

L’articolo Le migliori APP per pianificare e memorizzare le escursioni proviene da FIE Italia – Federazione Italiana Escursionismo.