Presentato il rapporto ASviS 2024

Come ogni anno, l’Associazione per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) presenta il suo rapporto 2024 “Coltivare ora il nostro futuro“, frutto di un’attività di ricerca e dibattito assai intensa. Come già abbiamo avuto modo di riportare, lo scopo istituzionale di ASviS è  diffondere la conoscenza e monitorare lo stato di avanzamento dei lavori relativi agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Uniti, noti anche come Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

La Federazione Italiana Escursionismo è attiva sul fronte della tutela e della protezione ambientale e, di conseguenza, guarda con attenzione a quanto viene elaborato in proposito. Presentiamo quindi il Rapporto nella sua versione integrale in PDF, preceduto da un riassunto che ha l’ambizione di estrapolare i principali contenuti del documento.

Rapporto ASviS 2024 “Coltivare ora il nostro futuro”

1. Introduzione Generale e Contesto Internazionale

Il Rapporto ASviS 2024 analizza la situazione globale, europea e italiana rispetto agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, mettendo in evidenza i progressi, le sfide e le difficoltà incontrate. Il titolo “Coltivare ora il nostro futuro” riflette l’urgenza di agire in modo deciso per costruire un futuro sostenibile. Il rapporto prende in considerazione le drammatiche crisi in corso, come il conflitto in Ucraina e la crisi in Medio Oriente, e invita l’Unione Europea ad assumere un ruolo determinante per promuovere la pace e il rispetto dei diritti umani.

Il rapporto si concentra su come il mondo sia ancora lontano dal raggiungere gli SDGs, con particolare riferimento all’Italia, che registra ritardi significativi e una mancanza di strategia efficace per il raggiungimento degli obiettivi. Alcuni dati mostrano che nel 2023 circa 5,7 milioni di italiani vivevano in condizioni di povertà assoluta, e il 22,8% della popolazione era a rischio di esclusione sociale. Inoltre, l’Italia si posiziona all’83° posto su 146 Paesi per la parità di genere. Questa situazione richiede un dibattito pubblico e una mobilitazione delle risorse per assicurare benessere a tutte le generazioni in equilibrio con il pianeta.

2. Il Quadro Internazionale e le Prospettive Future per l’Agenda 2030

L’analisi internazionale mostra che, con il ritmo attuale, solo il 17% degli obiettivi dell’Agenda 2030 sarà raggiunto entro il termine previsto. In diverse aree del mondo, si registrano miglioramenti in alcuni aspetti ma anche ritardi significativi in altri. La pandemia di COVID-19 ha aumentato il numero di persone in estrema povertà per la prima volta da decenni, e il 2023 ha visto il superamento per lunghi periodi della soglia di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, aumentando così la frequenza degli eventi climatici estremi.

L’opinione pubblica mondiale dimostra una crescente domanda di azioni per affrontare il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali. Il rapporto sottolinea che c’è una forte sfiducia nei governi nazionali, con solo il 39% delle persone che ritiene che il proprio governo prenda decisioni a beneficio della maggioranza. Gli autori enfatizzano che un’azione globale e coordinata è necessaria per affrontare le sfide dello sviluppo sostenibile, pur riconoscendo che la cooperazione internazionale deve essere rafforzata e riformata.

Il rapporto cita il “Patto sul Futuro”, firmato alle Nazioni Unite il 22 settembre 2024, che delinea 56 azioni per migliorare il presente e proteggere il futuro, comprese aree come lo sviluppo sostenibile, la pace, la sicurezza e la cooperazione digitale.

3. Il Quadro Europeo: La Nuova Legislatura 2024-2029

A livello europeo, il rapporto descrive gli sforzi dell’Unione per integrare gli SDGs nelle politiche dell’UE, ma sottolinea anche che i progressi non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi entro il 2030. L’analisi mostra che, sebbene alcuni indicatori abbiano registrato miglioramenti (come per l’energia pulita e l’innovazione), molti altri sono ancora lontani dai traguardi prefissati. Il Green Deal europeo rimane un elemento fondamentale per la strategia di sviluppo sostenibile della Commissione europea.

La nuova legislatura europea (2024-2029) è orientata a rafforzare l’azione dell’UE per raggiungere gli SDGs, e Ursula von der Leyen, confermata presidente della Commissione Europea, ha ribadito l’importanza del Green Deal e dell’innovazione. Tra le nuove proposte, figurano l’accelerazione della decarbonizzazione industriale e l’integrazione delle politiche ambientali con quelle economiche e sociali.

Il rapporto riporta che la disuguaglianza tra i vari Paesi dell’UE è rimasta pressoché stabile, con alcune eccezioni. Inoltre, le nuove regole fiscali europee prevedono percorsi di aggiustamento più lunghi per i Paesi membri che si impegnano a realizzare riforme e investimenti in linea con le priorità dell’Agenda 2030, quali la transizione verde e digitale, e il miglioramento della resilienza sociale.

4. La Situazione Italiana: Ritardi e Problemi Strutturali

La sezione dedicata all’Italia descrive il ritardo del Paese rispetto agli SDGs, attribuendo tale condizione alla mancanza di una strategia forte e coerente. Tra il 2010 e il 2023, l’Italia ha registrato peggioramenti significativi in cinque degli SDGs, tra cui quelli relativi alla povertà, alle disuguaglianze e alla governance. Miglioramenti si sono visti solo in alcune aree come la salute, l’educazione e l’acqua, ma sono stati comunque limitati.

Gli autori sottolineano come la scarsa attenzione della politica italiana verso l’Agenda 2030 sia un problema strutturale. Sebbene vi siano stati alcuni progressi come la riforma del 2022 che ha introdotto i diritti delle nuove generazioni nella Costituzione, molte decisioni politiche continuano ad andare in direzione opposta rispetto agli obiettivi di sostenibilità. La legislazione italiana manca di un coordinamento adeguato e non è in grado di produrre il cambiamento necessario.

Per fare un esempio, il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) non è sufficiente per rispettare i target europei per la riduzione delle emissioni, e il Piano Strutturale di Bilancio a Medio Termine non coglie appieno le opportunità delle nuove regole fiscali europee per promuovere investimenti nelle transizioni ecologica e digitale.

5. Quattro Potenziali Game Changer per l’Italia

Il rapporto identifica quattro potenziali “game changer” per il futuro dell’Italia:

Autonomia differenziata: Questa legge presenta rischi significativi per la coerenza delle politiche di sviluppo sostenibile e potrebbe aumentare le disuguaglianze tra territori.

Nuove normative europee sulla sostenibilità aziendale: Le direttive europee per la rendicontazione di sostenibilità delle imprese potrebbero favorire un significativo miglioramento del sistema produttivo italiano, aumentando la trasparenza e la responsabilità aziendale.

Regolamento europeo sul ripristino della natura: Questo regolamento vincola gli Stati membri a sviluppare piani nazionali per il ripristino degli ecosistemi e rappresenta una grande opportunità per la creazione di occupazione di qualità e per il miglioramento ambientale.

Modifica costituzionale del 2022: La riforma introduce il principio di giustizia intergenerazionale e stabilisce che l’attività economica non può svolgersi a danno della salute e dell’ambiente. La recente sentenza della Corte Costituzionale del 2024 ha chiarito che la tutela dell’ambiente è un “valore assoluto”, con il quale le esigenze economiche devono essere compatibili.

6. Proposte dell’ASviS per l’Italia

Il rapporto presenta una serie di proposte per stimolare il governo e il Parlamento italiani a intraprendere un percorso più deciso verso lo sviluppo sostenibile. Tra queste, si suggerisce l’urgente definizione di un “Piano di accelerazione” per il conseguimento degli SDGs, coordinato direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e la pubblicazione obbligatoria del bilancio pubblico rispetto ai diversi SDGs.

L’ASviS propone anche di rafforzare la cultura per lo sviluppo sostenibile, istituendo una “Giornata nazionale dello sviluppo sostenibile” e attivando meccanismi di partecipazione popolare, come le assemblee deliberative. Inoltre, viene raccomandato di approvare una legge nazionale sul clima che sancisca l’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050 e introduca misure cogenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

7. Rafforzare le Politiche Territoriali e la Partecipazione Giovanile

Il rapporto enfatizza l’importanza di considerare la dimensione territoriale nello sviluppo sostenibile, con proposte per prevenire il rischio idrogeologico, rafforzare la coesione territoriale e dare piena attuazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Viene suggerito anche di introdurre una riforma organica del governo del territorio per garantire coerenza e unità a livello nazionale.

Per quanto riguarda la partecipazione giovanile, l’ASviS raccomanda di aumentare i fondi per il Servizio Civile Universale e di rafforzare l’educazione civica nelle scuole, anche con un focus sullo sviluppo sostenibile. Inoltre, invita a introdurre la valutazione dell’impatto intergenerazionale delle nuove norme di legge e ad assicurare una maggiore rappresentanza giovanile nelle decisioni politiche.

8. Conclusione

Il titolo del rapporto, “Coltivare ora il nostro futuro”, sottolinea l’urgenza di agire ora per costruire un futuro sostenibile. Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, invita il governo, le istituzioni e la società civile a prendere sul serio gli impegni dell’Agenda 2030 e a lavorare insieme per realizzare un futuro di speranza, superando gli attuali ostacoli politici e sociali.

Il rapporto si conclude affermando che nonostante le difficoltà del presente, il futuro può essere diverso e migliore, ma dipende dalle scelte che vengono fatte ora. Il coinvolgimento di tutti i settori della società è fondamentale per promuovere un cambiamento trasformativo e per costruire una società che sia veramente sostenibile ed equa.

Il rapporto

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